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UBS: “nel 2025 ulteriori rialzi dei mercati azionari”

Keystone-SDA

Il 2025 segnerà un ulteriore rialzo dei mercati azionari e vi saranno opportunità nei settori dell'intelligenza artificiale (IA) nonché dell'energia, ma bisognerà puntare anche sull'oro per tenere sotto controllo i rischi geopolitici.

(Keystone-ATS) Sono alcune delle indicazioni che emergono da un’analisi delle prospettive per il prossimo anno pubblicata oggi dall’ufficio del capo degli investimenti (CIO) di UBS, Mark Haefele.

Dall’inizio degli anni 2020, i mercati azionari globali sono cresciuti del 50%, il prodotto interno lordo è aumentato di oltre il 30% e gli utili aziendali sono quasi raddoppiati, scrivono gli esperti della banca. Tali incrementi sono stati raggiunti nonostante i lockdown senza precedenti implementati a livello mondiale durante la pandemia, lo scoppio delle guerre in Europa orientale e in Medio Oriente e la più grande impennata di tassi d’interesse e inflazione degli ultimi decenni.

Secondo gli specialisti dell’istituto guidato da Sergio Ermotti la presidenza di Donald Trump può potenzialmente rimodellare il panorama economico e geopolitico degli Stati Uniti. Specialmente i dazi sono potenzialmente in grado di impattare in maniera significativa gli scambi commerciali, ridurre la domanda interna e portare a un aumento dell’inflazione. Uno shock tariffario potrebbe innescare uno scenario caratterizzato da stagflazione. Al contempo, le negoziazioni con i partner commerciali o le sfide legislative a livello nazionale potrebbero attenuarne la portata e l’impatto, mentre i tagli alle imposte e la deregolamentazione potrebbero sostenere un’evoluzione più positiva. Lo scenario di base del CIO prevede che l’indice azionario americano S&P 500 possa raggiungere quota 6600 punti entro la fine del 2025, grazie a una solida crescita degli Stati Uniti, a tassi d’interesse più bassi e ai progressi legati all’intelligenza artificiale.

In relazione al resto del mondo, in Asia la crescita della Cina dovrebbe rallentare, dal momento che è poco probabile che le misure di stimolo fiscale adottate siano sufficienti a compensare completamente l’impatto dei dazi e delle sfide strutturali. L’India, invece, dovrebbe continuare a registrare una crescita più robusta. In Europa la crescita sarà probabilmente disomogenea e contenuta, ma dovrebbe migliorare grazie al forte aumento dei salari e al calo dei tassi di interesse. Spagna, Regno Unito e Svizzera dovrebbero registrare performance positive, con tassi di espansione superiori all’1%, a fronte di una crescita più contenuta, intorno all’1%, in Germania, Francia e Italia.

Sulla base di queste premesse UBS consiglia agli investitori di posizionarsi in vista di un calo dei tassi di interesse. Sul fronte azionario gli Usa vengono considerati il principale mercato, mentre in Europa appaiono interessanti le piccole e medie imprese dell’Eurozona e i titoli svizzeri con dividendi di elevata qualità. Per ottenere rendimenti più elevati si farà inoltre bene a cercare società che agiscono in aree quali l’IA, l’energia e altre risorse. Il dollaro viene visto in modo positivo a breve termine, ma con fattori negativi più sul lungo periodo. Tassi d’interesse più bassi, i rischi geopolitici persistenti e timori sul debito pubblico statunitense dovrebbero continuare a supportare l’oro; condizioni interessanti vengono viste in materia di altri metalli. Sul fronte immobiliari, in presenza di un’offerta limitata e di una domanda in crescita, vi sono opportunità in settori quali la logistica, i centri dati e gli alloggi multifamigliari.

“Guardando al futuro, le 5D, ovvero debito, deglobalizzazione, demografia, decarbonizzazione e digitalizzazione, restano i fattori chiave che probabilmente traineranno i mercati e le economie negli anni a venire, creando opportunità e rischi per gli investitori”, sottolineano gli specialisti di UBS. Complessivamente questi trend dovrebbero portare a una crescita più elevata, ad esempio guidata dall’IA, che potrebbe rivelarsi una delle innovazioni più incisive del secolo, e a periodi di inflazione più alta, a causa di una maggiore deglobalizzazione degli scambi commerciali e di un aumento dei prezzi dell’energia indotto dagli sforzi di decarbonizzazione.

“Il risultato delle elezioni statunitensi rimane un punto focale, con la prospettiva di imposte più basse e di una deregolamentazione che si aggiunge a una narrazione di mercato positiva in stile ‘ruggenti anni Venti’, caratterizzata da una crescita solida e da continui investimenti nell’IA”, commenta il CIO Haefele, citato in un comunicato. “Tuttavia, i temi della deglobalizzazione, del debito e della demografia, tra gli altri, ci impongono di prepararci un’ampia gamma di risultati per il prossimo anno”, conclude il dirigente con studi a Harvard (Usa) e in carica dal 2011.

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