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UDC vuole lottare contro l’immigrazione illegale

(Keystone-ATS) Riuniti in assemblea oggi a Leuk (VS), i delegati dell’UDC si sono mobilitati per garantire il successo della loro iniziativa “Fermare gli abusi nell’asilo! (Iniziativa per la protezione delle frontiere)”.

Incaricato di difendere il testo, il capogruppo dell’UDC alle Camere federali Thomas Aeschi (ZG) si è espresso senza sfumature: “una persona su tre che beneficia dell’assistenza sociale è un richiedente asilo. Ogni anno, una famiglia di quattro persone paga circa 1’600 franchi di tasse in loro favore solo a livello federale. Dobbiamo porre fine a questi abusi”.

Nell’Alto Vallese, Aeschi ha anche snocciolato alcune cifre: “nel 2023 sono arrivate in Svizzera 100’000 persone (saldo netto 98’851). E nella prima metà del 2024, il numero netto di immigrati era già superiore a 40’000 (esattamente: 40’963)”.

“Ogni anno, centinaia di migliaia di persone entrano inoltre illegalmente in Svizzera senza che noi sappiamo chi siano o dove soggiornino”, ha proseguito il consigliere nazionale zughese, prima di aggiungere: “i reati in Svizzera sono aumentati ancora del 14% nel 2023, arrivando a 1’431 al giorno”. La percentuale di richiedenti asilo che hanno commesso un reato è superiore a quella della popolazione svizzera.

Lanciata il 28 maggio

Lanciata il 28 maggio 2024, l’iniziativa dell’UDC propone di negare l’asilo ai migranti che entrano illegalmente in Svizzera e di limitare il numero di rifugiati a 5’000 all’anno. Il testo specifica che le persone la cui domanda di asilo viene respinta non avrebbero più il diritto di rimanere nella Confederazione. Infine, il principale partito svizzero auspica “il ripristino dei controlli alle nostre frontiere”.

Dopo poco meno di tre mesi, sono state raccolte 8’271 firme nel Canton Zurigo, 3’853 a Berna e 3’160 in Argovia. In Ticino è stata raggiunta la soglia delle 1’000 firme. Ci sono anche 550 firme nel Canton Vaud e 400 nel Vallese.

Dettling critica linea morbida di Beat Jans

In precedenza, i membri dell’UDC hanno assistito a un discorso infuocato del loro presidente Marcel Dettling (SZ): quest’ultimo ha criticato il consigliere federale Beat Jans per aver adottato una linea morbida sulla questione dell’asilo in Svizzera.

Per il consigliere nazionale svittese, il ministro socialista “sta semplicemente continuando il caos creato da colei che l’ha preceduto nel settore dell’asilo, Elisabeth Baume-Schneider”. E questo costa sempre di più alla Confederazione: “1,5 miliardi di franchi nel 2021, 3,5 miliardi nel 2023″. Per questo motivo il partito ha lanciato il 25 maggio l’iniziativa”per la protezione delle frontiere”. Secondo Dettling, la politica migratoria della sinistra sta distruggendo la Svizzera.

“Qualche giorno fa (ndr. il 30 luglio) abbiamo tenuto una conferenza stampa a Giffers (FR), un comune che ospita un centro federale per l’asilo. “La situazione è diventata intollerabile per la popolazione locale, con un aumento massiccio di furti, rapine e atti di violenza”, ha dichiarato il presidente dell’UDC.

“No” unanime a iniziativa per biodiversità

I delegati si sono poi espressi sulle votazioni federali del 22 settembre. All’unanimità i 252 presenti a Leuk hanno votato contro l’iniziativa popolare “Per il futuro della nostra natura e del nostro paesaggio (Iniziativa biodiversità)”.

“Questa iniziativa sarebbe estremamente dannosa per il nostro Paese e la nostra agricoltura, e quindi per il nostro approvvigionamento alimentare locale”, ha riassunto il consigliere nazionale zurighese Martin Haab. Secondo i promotori, il 30% del territorio nazionale sarebbe destinato alla biodiversità.

“Come agricoltore, so bene che la biodiversità è estremamente importante, ma accettare l’iniziativa ci costringerebbe ad aumentare le importazioni di cibo dall’estero di almeno il 50%”, ha calcolato Haab. “L’attuazione dell’iniziativa richiederebbe inoltre un ult22% di superficie supplementare, pari alle dimensioni dei cantoni di Berna, Friburgo, Neuchâtel e Soletta messi insieme”.

Impatto negativo su energia e costruzioni

In caso di vittoria del sì, “l’uso delle foreste e del legname verrebbe poi massicciamente limitato”, secondo Haab. “L’iniziativa avrebbe inoltre un impatto negativo sul settore energetico e aumenterebbe la burocrazia nel settore delle costruzioni. Infine, l’iniziativa avrebbe ripercussioni negative sulle finanze della Confederazione e dei Cantoni”.

Invitato a presentare le ragioni del “sì”, Urs Leugger-Eggimann, segretario generale di Pro Natura, ha sottolineato l’importanza della biodiversità, in particolare in relazione ai cambiamenti climatici e alla salute. “La percentuale di specie animali e vegetali minacciate in Svizzera è molto più alta che nei Paesi vicini”, ha dichiarato a sostegno del testo.

Ma non è riuscito a convincere i delegati dell’UDC, i quali non vogliono una legislazione supplementare sulla biodiversità. Il ministro dell’ambiente Albert Rösti ha dal canto suo sottolineato che anche il Consiglio federale si oppone al testo, ritenendo che si spinga troppo lontano: “siamo favorevoli alla biodiversità, ma contrari a questa iniziativa”, ha aggiunto.

Sì a riforma LPP

I delegati dell’UDC si sono infine pronunciati a stragrande maggioranza (174 voti sì, 37 no e 16 astensioni) a favore della riforma della LPP su cui il popolo sarà chiamato a votare pure il 22 settembre.

“Questo testo è un compromesso equilibrato”, ha dichiarato il consigliere nazionale Andreas Glarner (AG) ed è stato seguito dalla maggioranza dei presenti. Tuttavia, alcuni delegati hanno ritenuto la riforma troppo complessa e non l’hanno sostenuta.

Se approvata, il tasso di conversione della LPP verrebbe ridotto. Tuttavia, circa l’85% dei dipendenti non sarebbe interessato da questo cambiamento. Lo stesso vale per gli attuali pensionati. Circa 359’000 persone riceverebbero una rendita più elevata e 100’000 redditi in più sarebbero assicurati, ha spiegato.

Maillard ha invano difeso il “no”

Le deduzioni per la LPP variano attualmente dal 7 al 18% a seconda dell’età. In futuro saranno del 9% per chi ha tra i 25 e i 44 anni e del 14% per chi ha più di 45 anni. “In termini concreti, questo migliorerebbe notevolmente le possibilità dei lavoratori più anziani sul mercato del lavoro”, ha concluso Andreas Glauser.

Invitato a difendere il fronte del “no”, il consigliere agli Stati Pierre-Yves Maillard (PS/VD) ha ribadito la sua opposizione a un testo che inciderà negativamente sulle finanze di alcuni lavoratori. “Questo progetto ha un solo obiettivo: ridurre le pensioni di una percentuale ancora sconosciuta. Questa incertezza dovrebbe essere un motivo per dire no”, ha affermato invano il socialista vodese.

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