USA: Biden ha firmato la legge per evitare lo shutdown
Il presidente americano Joe Biden ha firmato la legge per evitare la paralisi del governo federale. Lo riferisce la Casa Bianca in una nota. Il provvedimento è stato approvato prima dalla Camera e poi, poco dopo la mezzanotte, dal Senato.
(Keystone-ATS) “La legge di spesa bipartisan che ho appena firmato mantiene rappresenta un compromesso, il che significa che nessuna delle parti ha ottenuto tutto ciò che voleva. Ma ha eliminato il percorso verso un taglio fiscale per i miliardari auspicato dai repubblicani, e garantisce che il governo possa continuare a operare a pieno regime”, ha detto Biden commentando la misura anti-shutdown. “Questa è una buona notizia per il popolo americano, soprattutto alla vigilia delle festività natalizie”, ha sottolineato il presidente.
Soddisfazione anche dallo speaker della Camera, Mike Johnson, al quale è toccato il difficile compito di trovare un piano alternativo dopo che il presidente eletto Donald Trump e il suo amico miliardario Elon Musk avevano affossato l’accordo precedente. “La legge appena approvata è all’insegna dell’America First”, ha detto il repubblicano sostenendo di essere stato in stretto contatto con il presidente eletto e il miliardario e di aver ricevuto la loro benedizione.
La misura che è riuscita a spuntarla prevede il finanziamento del governo federale agli attuali livelli fino al 14 marzo e 110 miliardi di dollari di spesa per gli aiuti alla ricostruzione post-uragani e al settore agricolo ma non prevede l’innalzamento del tetto del debito chiesto dal tycoon per finanziare, sostanzialmente, gli enormi tagli delle tasse promessi in campagna elettorale.
Secondo fonti di Mar-a-Lago il presidente eletto sarebbe “deluso” dal voto e la prova del suo disappunto starebbe nell’insolito silenzio sulle reti sociali delle ultime ore.
Che sia già finita la luna di miele con i repubblicani di Camera e Senato? Questo è stato il primo grande test dell’influenza del presidente eletto sui repubblicani al Congresso e certo non è andato come sperava.
Il caos degli ultimi giorni ha messo in luce alcuni limiti del suo stile di potere e del suo controllo sul partito che non ha accolto la sua richiesta per un disegno di legge sui finanziamenti governativi ridotto al minimo e l’eliminazione del tetto del debito.
Una richiesta che è stata anche una tacita ammissione che la sua agenda, ricca di tagli fiscali e nuove spese militari, difficilmente produrrà la riduzione dell’enorme deficit federale americano che molti a destra speravano.
L’episodio ha anche messo in evidenza uno schema ben consolidato della prima amministrazione di Trump durante la quale ha spesso fatto saltare di proposito i negoziati al Congresso, magari con un tweet, per poi essere costretto a tornare sui suoi passi di fronte ad una reazione forte degli avversario o del suo stesso partito.
Nel 2018, quando ci fu l’ultimo shutdown, Trump disse a deputati e senatori nello Studio Ovale che sarebbe stato “orgoglioso” di chiudere il governo se non avesse ottenuto i finanziamenti per un muro anti-migranti lungo il confine con il Messico. Dopo una paralisi di 35 giorni, il presidente eletto ha dovuto cedere, accettando le richieste democratiche senza ottenere i finanziamenti per la sua barriera.