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Vertice Bürgenstock sia la base per inclusione Russia, diplomatico

Keystone-SDA

(Keystone-ATS) La conferenza per l’Ucraina sul Bürgenstock (NW) dovrebbe idealmente stabilire come la Russia potrà essere inclusa nel processo di pace. Lo ha detto a Keystone-ATS il diplomatico svizzero Thomas Greminger, direttore del Centro per la politica di sicurezza di Ginevra.

Per Greminger, il vertice sarà utile anche se gli Stati BRICS vi partecipano solo in misura limitata. Com’è noto, la Russia non è stata invitata alla conferenza che si terrà in un elegante hotel di montagna nel cantone di Nidvaldo. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rifiutato la partecipazione del Cremlino. Ma la Svizzera sta comunque cercando di mantenere i contatti.

È importante che il vertice non venga percepito come una conferenza di un’alleanza contro la Russia, afferma l’ambasciatore Greminger nell’intervista a Keystone-ATS. L’ex segretario generale dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo in Europa (OCSE) ha aggiunto che il risultato dovrà essere un serio sforzo per trovare una soluzione duratura e pacifica che tenga conto degli interessi ucraini.

Sospetti di parzialità

Se queste due condizioni non saranno soddisfatte, la Svizzera potrebbe essere accusata di aver avviato un processo di parte. Mosca ha respinto le conclusioni della conferenza fin dall’inizio. E ritiene che il piano di pace in dieci punti di Zelensky sia inadeguato.

La Cina e il Brasile, alleati di Putin nell’alleanza BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica), hanno subordinato la loro partecipazione al vertice del Bürgenstock alla partecipazione della Russia. L’India, tuttavia, parteciperà. È di oggi la notizia, riportata dalla stampa indiana, che per motivi legati alle recenti elezioni e alla formazione del nuovo governo, in Svizzera non arriveranno né il premier Narendra Modi, né il ministro degli Affari esteri indiano, ma solo dei funzionari governativi.

In questo contesto, Greminger è favorevole ad aspettare fino all’ultimo minuto per vedere se la Cina parteciperà in un modo o nell’altro.

Una partecipazione limitata del gruppo Brics, che dall’inizio dell’anno è stato ampliato con l’inclusione di Egitto, Etiopia, Iran ed Emirati Arabi, potrebbe dare l’impressione di una conferenza di pace dominata dall’Occidente, sostiene Greminger. Nonostante ciò, rimane utile.

Ci vorrà una nuova conferenza

L’incontro consentirebbe di discutere le proposte di pace in un formato che potrebbe gradualmente ottenere un sostegno più ampio da parte della comunità internazionale. Per evitare una spaccatura tra l’Occidente e il resto del mondo è peraltro necessaria una partecipazione significativa dei Paesi dell’emisfero meridionale, afferma il responsabile del Centro per la politica di sicurezza, che è finanziato principalmente dalla Confederazione.

Per essere considerato un successo, l’incontro dovrà decidere di organizzare una nuova conferenza che dia continuità al processo, afferma Greminger. Ma non dovrà fermarsi qui. Sarà importante ottenere risultati su almeno uno o due dei dieci punti di Zelensky, come la sicurezza nucleare, la libertà di navigazione o la sicurezza alimentare.

Secondo il diplomatico, le questioni territoriali dovrebbero essere affrontate in un secondo momento. La priorità dovrebbe essere data alle garanzie di sicurezza per tutte le parti in modo da ottenere un clima di fiducia, che potrebbe in ultima analisi portare a un dialogo tra Kiev e Mosca.

Un lungo processo

Oltre alla questione della partecipazione della Russia, negli ultimi mesi ci sono stati anche dissapori tra l’Ucraina in guerra e la Svizzera che si sta ergendo a protagonista con la conferenza sul Bürgenstock: Kiev ha espresso l’opinione che chi non vi prende parte sostiene la guerra. Ciò è in netto contrasto con le dichiarazioni della Svizzera, che vede la conferenza come l’inizio di un lungo processo verso la pace.

Secondo Greminger, è legittimo che l’Ucraina usi la conferenza come piattaforma per le proprie idee. Ma la Svizzera ha chiarito fin dall’inizio di voler organizzare una conferenza inclusiva che dia a tutti la possibilità di presentare i propri piani di pace.

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