Visita Pavel in Svizzera: i due paesi per coesione europea
La visita di Stato di due giorni del presidente ceco Petr Pavel in Svizzera si è conclusa con un appello a favore della cooperazione in Europa. Oggi pomeriggio il Consiglio federale in corpore ha ricevuto l'ospite con gli onori militari sulla Piazza federale.
(Keystone-ATS) Sono seguiti i colloqui ufficiali, ai quali hanno preso parte anche i consiglieri federali Guy Parmelin (Dipartimento federale dell’economia, della formazione e della ricerca, Ignazio Cassis (esteri), Albert Rösti (ambiente, trasporti, energia e comunicazioni) e Beat Jans (giustizia e polizia), indica il Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport (DDPS) in un comunicato diffuso in serata.
Al termine la presidente della Confederazione Viola Amherd ha sottolineato in una conferenza stampa congiunta che “viviamo in tempi incerti, il mondo è diventato più diffuso, più complesso e più pericoloso”. Poiché questa situazione non cambierà nel prossimo futuro, è ancora più importante rafforzare la coesione in Europa, ha affermato la vallesana.
A suo dire ciò include la cooperazione nel settore della sicurezza. “Abbiamo minacce che non si fermano ai confini nazionali”. Pertanto va intensificata la cooperazione con la NATO, senza rinunciare alla neutralità. Allo stesso tempo, ogni paese europeo deve impegnarsi per rafforzare le capacità di difesa del proprio esercito. Negli ultimi decenni si è investito troppo poco nella sicurezza. “I paesi europei devono fare di più.”
Si è parlato anche delle prospettive per il Vecchio continente, e in particolare per la sua sicurezza, con il ritorno di Donald Trump al potere negli Stati Uniti: con queste elezioni, l’attenzione degli USA si sta spostando su altre regioni del mondo, ha riconosciuto la Amherd.
“Non sappiamo ancora bene cosa farà Donald Trump in termini di politica estera”, ha frenato il presidente ceco, mettendo in guardia dal confondere la retorica della campagna elettorale con l’esercizio del potere.
Pavel ha quindi sottolineato la necessità di una cooperazione tra i paesi con strutture democratiche. La linea del confronto non corre più tra Est e Ovest, ma tra regimi democratici e autocratici di vario tipo, ha affermato. Bisogna tenere testa a questi Stati, che a loro volta si sostengono a vicenda.
Il presidente ceco ha anche chiesto un piano di ricostruzione statunitense ed europeo per l’Ucraina sul modello del Piano Marshall: ciò dovrebbe dare prospettive alla popolazione del paese devastato dalla guerra.
All’ordine del giorno anche gli sviluppi geopolitici, come la situazione in Medio Oriente e lo stato del multilateralismo, indica la nota. La Svizzera ha potuto condividere con l’ospite ceco le proprie esperienze come membro del Consiglio di sicurezza dell’ONU.
Si è discusso anche di migrazione e del programma di cooperazione nell’ambito del secondo contributo della Svizzera ad alcuni Stati membri dell’UE. Secondo il DDPS, questo contributo si concentra sul turismo sostenibile e sulla biodiversità nella Repubblica Ceca.
Quanto alle relazioni bilaterali tra i due paesi, Pavel ha dichiarato che “abbiamo molti interessi comuni in molti settori”, citando in particolare la ricerca, l’istruzione e l’economia. Il DDPS, da parte sua, ha sottolineato che è stato studiato un approfondimento degli scambi nei settori della ricerca, dell’energia e degli armamenti.
Il presidente ceco, accompagnato dalla moglie Eva Pavlová, ha iniziato la sua visita di Stato in Svizzera ieri. Insieme alla Amherd ha aperto un forum economico svizzero-ceco presso il Politecnico di Zurigo. I due hanno poi visitato il Laboratorio di Spiez e l’Ufficio federale degli armamenti (Armasuisse) a Thun.